La tanto celebrata eccellenza della sanità emiliano-romagnola? Proprio perché può legittimamente vantare molto di buono, non serve tentare di nascondere sotto il tappeto quello che invece proprio non funziona. Parlo, ad esempio, dell’annoso problema delle liste d’attesa. Che fare per non far sembrare lunghi o lunghissimi i tempi d’attesa per una visita o un esame? Ecco il sotterfugio: basta smettere di prendere prenotazioni. E con liste bloccate e agende chiuse, “miracolosamente” le statistiche sembrano migliori. Succede a Reggio Emilia, dove diversi lettori hanno segnalato alla Gazzetta il ripetersi di questa pratica non consentita ma ormai collaudata.

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Ripeto per non essere frainteso: la sanità emiliano-romagnola ha certamente punte di eccellenza ma non è quell’isola felice che ci viene raccontata da chi oggi è al governo della Regione. La soluzione non è il “modello lombardo” e nemmeno quello dell’accreditamento ai privati che propone il centrosinistra. La salute dei cittadini si difende con un massiccio investimento pubblico che interrompa il cronico sottofinanziamento della sanità. Solo così sarà possibile garantire a tutti un sistema sanitario equo ed universalistico che metta al centro la persona anzichè consegnarla nelle mani dei privati, con le ben note conseguenze in termini di accessibilità, esclusione, e benessere generale.

In quest’altro articolo della Gazzetta di Reggio Emilia le storie di molti lettori 👉 https://tinyurl.com/y32szq35

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