Il rapporto Ires CGIL denuncia come in Emilia-Romagna ci sia un problema di lavoro povero e precario, con “sempre più contratti temporanei” che guadagnano posizioni e “abbattono i redditi dei lavoratori”. Un problema, spiega il candidato a presidente della Regione per L’Altra Emilia-Romagna, Stefano Lugli, che ha origine in una legislazione del lavoro che consente ad alcuni imprenditori di fare ricorso ad “appalti ed esternalizzazioni selvagge per sottopagare i lavoratori”.
Come ha fatto, e come riportano le cronache, anche “l’imprenditore Carlo Fagioli, candidato nella lista del presidente a Reggio Emilia, che licenzio 500 lavoratori con un sms e tolse un appalto alla cooperativa di facchinaggio Gfe” perché quest’ultima aveva deciso di applicare il contratto nazionale di lavoro ai propri soci.
La candidatura di Fagioli è un “pessimo segnale” per il mondo del lavoro e restituisce l’immagine di una “coalizione di centrosinistra guidata da un presidente che forse non si è accorto che occorre tutelarli, i lavoratori”, e trainata da forze moderate e centriste vicine a Renzi Casini e Calenda, in cui “la sinistra svolge un ruolo subalterno”.
Una candidatura, dunque, quella di Fagioli, che “potrebbe stare benissimo anche nelle liste delle destre”, come fanno notare anche i “post indignati” su Facebook dei dirigenti di Sinistra Italiana: “occorre modificare il profilo di una coalizione troppo poco attenta ai bisogni dei lavoratori”.